rotate-mobile
Appio Claudio Cinecittà / Via Lemonia

Parco degli Acquedotti: l’incessante lavoro dei volontari continua a “dare i suoi frutti”

Tanti alberi da frutto sono stati piantati ed etichettati dai volontari del parco degli Acquedotti, in questi giorni impegnati nella bonifica del Fosso Mariano. "Abbiamo constatato che se teniamo pulito, la gente difficilmente vi abbandona i rifiuti"

I volontari del Parco degli Acquedotti sono anche i principali custodi dell’area verde. Se ne prendono cura pulendola dai rifiuti, tagliando canneti, e piantando alberi. Il loro lavoro restituisce alla comunità numerosi frutti. Come quelli che crescono sui rami, ma non solo. Passeggiare nei percorsi ciclopedonali perfettamente sistemati, o ammirare l'antico basolato della Via Latina, è un piacere di cui tutti possono. Grazie a queste persone.

GLI ALBERI DONATI - Tornando agli alberi da frutto, se ne contano diversi passeggiando lungo il Fosso dell'Acqua Mariana.  “Quel melograno che vedi  - indica Luciano Di Vico, Presidente  dell’Associazione Volontari del Parco – ce l’ha regalato una professoressa in ricordo del papà. Lì invece c’è una mimosa che ci ha voluto lasciare una signora prima di  trasferirsi in Spagna. Tanti donano un albero per festeggiare la nascita di un figlio. Io ho preso un ulivo, perché mi è nata una nipotina. Lo pianterò al suo arrivo”.

UN LAVORO CERTOSINO - La cura che l’Associazione mette nella cura del parco, è davvero contagiosa. “Noi piantiamo solo alberi autoctoni – riprende Di Vico – perché è una delle prescrizioni dell’Ente. Però talvolta c’è qualcuno che, non sapendolo, vi pianta esemplari esotici. Allora noi mettiamo dei cartellini con i quali li informiamo dove li abbiamo trapiantati. Queste piante non le ammazziamo – si schermisce – semplicemente le spostiamo al confine del parco, prima che il fosso dell’Acqua Mariana si immetta nell’Almone”.

UN IMPEGNO COSTANTE - Il lavoro di queste persone,  quattro in tutto al momento del nostro arrivo, non conosce sosta e nel caso di Raimondo Virone e Luciano di Vico, è nato contestualmente alla bonifica dell'area. “Tutta questa zona era inaccessibile: c’era una foresta impenetrabile dove potevi trovare di tutto”. Dal 31 luglio del 2007 le ruspe hanno abbattuto quel groviglio di orti e baracche che avevano preso possesso dell’area al di là degli acquedotti. E da allora i due  hanno cercato, senza troppo successo, di coinvolgere le istituzioni locali. Rimaste, con qualche eccezione, un po’ freddine.

L'EDUCAZIONE CIVICA - Il lavoro dei volontari non è stato però frustrato dallo scarso contributo dell’ente di prossimità. “Noi abbiamo visto che è cambiata molto la cultura delle persone: se teniamo pulito, ben difficilmente la gente è propensa ad abbandonare qualcosa”.  Motivo per il quale conviene tenere sempre tutto in ordine. E così “dopo aver sistemato il fosso all’interno ed all’esterno già nel mese di maggio”, si torna a farlo in questi giorni.  Nel frattempo la via Latina è stata tirata a lucido ed alcuni percorsi sono stati ripuliti. Tutto da soli.

LE RICHIESTE - C’è una sola richiesta che viene avanzata: “Sarebbe necessario monitorare le perone che abitano qua – osserva Di Vico, riferendosi a degli insediamenti abusivi –  Con la nostra azione di pulizia, le aree sono divenute maggiormente visibili e queste persone si sono spostate. Ma ancora ve ne sono e talvolta svolgono attività, come dire, di tipo sessuale”. In pieno giorno. In un'area verde dove, quotidianamente, ci sono dei cittadini che offrono un contributo tanto encomiabile quanto prezioso. “Noi ai residenti chiediamo solo di frequentare il parco - conclude Luciano di Vico -  Se poi c'è qualcuno che non ha proprio niente di meglio da fare, due braccia vigorose – aggiunge ridendo – sono sempre gradite”.

Parco degli Acquedotti: l'infaticabile lavoro dei volontari

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Parco degli Acquedotti: l’incessante lavoro dei volontari continua a “dare i suoi frutti”

RomaToday è in caricamento