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Parco degli Acquedotti, per i volontari arriva il Casalino dell'Acqua Felice

L'ex stazione di servizio Acea è stata assegnata dai volontari che si prendono cura del parco. Di Vico: "Porte sempre aperte per chi viene a darci una mano: noi siamo lì tutti i giorni dalle 8.30 alle 13.30"

Gli infaticabili volontari del Parco degli Acquedotti avranno una sede dove riporre i propri attrezzi. Si tratta di una piccola ma graziosa struttura, un'ex stazione di servizio Acea appena rimessa a nuovo grazie al progetto “Aree sensibili: parchi e riserve”.

LA NUOVA SEDE - “Il Casalino dell'Acqua Felice” è stato concesso dall' Acea all'Ente Parco  attraverso la formula del comodato d'uso. Restaurato nell'autunno del 2016, il presidente del ente parco Appia Antica Mario Tozzi provvederà a consegnarlo all’associazione di volontari che si prendono cura della preziosa area verde. Il passaggio di consegne è previsto per le ore 11 di domenica 12 febbraio.“Per noi è un piacere dedicarsi al parco – fa sapere Luciano Di Vico, presidente dell’associazione – lo facciamo volentieri e siamo a disposizione tutti i giorni, dalle 8.30 all’ora di pranzo. Quindi se c’è qualcuno che vuole venire a dare una mano, ci trova lì: il lavoro non manca mai ”.

IL RECUPERO DI VIA LATINA - A proposito dei lavori da realizzare, in queste settimane “ci stiamo dedicando ad abbassare l’argine esterno dell’antica via Latina”.  Per anni, prima che i volontari intervenissero, la strada consolare che attraversa il parco era nascosta da un canneto. “Lì ci passava anche l’acqua mariana e spesso, per consentire al corso d’acqua di fluire liberamente, si interveniva con le pale meccaniche . Il dragaggio però – spiega Di Vico –  avveniva andando ad asportare la terra ma anche i basoli. Poi, tutto il materiale, veniva adagiato sui lati della strada e contribuiva ad inspessire il terreno

UN LAVORO TITANICO - “Noi l’anno scorso, d’accordo con la Soprintendenza, ci siamo dedicati ad abbassarlo di una sessantina di centimetri. Quest’anno puntiamo a toglierne un'altra trentina. Il che significa che bisognerà trasportare tra le 1500 e le 2000 carriole”. Un lavoro titanico. “Siamo in quattro, ma ogni tanto c’è qualcuno che ci viene a dare una mano. Come la signora Luana che offre un contributo commovente: si mette a differenziare tutti i materiali che con le carriole asportiamo dagli argini. Ed una volta fatto questo, li va a gettare negli appositi cassonetti”. Una sinergia perfetta. 

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