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Appio Claudio Don Bosco / Via Lucio Sestio

Centri antiviolenza, il Campidoglio non salva Lucha y Siesta: resta nel concordato di Atac

Bocciata la mozione presentata da Fassina (SI) che impegnava la sindaca a regolarizzare la posizione del centro antiviolenza. Lucha y Siesta: "Non parlassero più di contrastare la violenza di genere"

Il destino di Lucha y Siesta si fa complicato. Nonostante i messaggi di speranza lanciati appena un anno fa, dal Campidoglio non arriva nessun soccorso. Bocciata la mozione presentata da Stefano Fassina (Sinistra Italiana) con cui si chiedeva di regolarizzare la posizione del centro antiviolenza.

L'importanza  

L'ex sottostazione ferroviaria Cecafumo, dopo decenni di abbandono, è stata riqualificata. Ed al suo interno sono stati realizzati 14 posti letto per le donne che hanno subito violenze di genere. Un numero enorme rispetto alle capacità di accoglienza che il Comune riserva a queste vittime. In via Lucio Sestio d'altra parte, nel corso degli ultimi 11 anni, è stata fornita ospitalità a 140 donne mentre sono state ben 1200 quelle accompagnate nel loro percorso di uscita dalla violenza subita.

La doccia fredda

I numeri e l'importanza del centro che, a settembre, ha ospitato anche l'assemblea nazionale del movimento "Non una di meno", sono fuori discussione. Eppure a dicembre è arrivata una doccia gelata. Atac ha comunicato la notizia che lo stabile è ufficialmente inserito tra quelli destinati ad essere venduti. E' uno degli immobili inclusi nel concordato preventivo con cui si mira a salvare l'azienda capitolina dei trasporti. 

La condanna all'impoverimento sociale

La salvaguardia di Atac è uno degli obiettivi più ambiziosi dell'amministrazione Raggi. E per raggiungerlo, i grillini in Aula Giulio Cesare hanno deciso di sacrificare il centro antiviolenza del Quadraro. "La  maggioranza M5S dimostra una insensibilità grave, non soltanto verso le volontarie di un centro anti-violenza insostituibile per il territorio, ma soprattutto verso le tante, troppe, donne vittime di violenza a Roma – ha commentato a margine della votazione Stefano Fassina – Con il suo legalismo senza attenzione al valore delle esperienze di cittadinanza attiva, il M5S condanna Roma all'ulteriore impoverimento sociale". La mozione si ferma contro il muro alzato dai consiglieri pentastellati. Alla conta i voti favorevoli sono solo sei, a fronte di 29 astensioni.

La spiegazione dei grillini

Per spiegare il passo indietro del M5s, dopo la mano che era stata tesa all'inizio del 2019, è intervenuta la presidente della commissione Politiche Sociali Agnese Catini (M5s). "Per noi non è possibile approvare questa mozione perchè l'immobile è stato inserito nel concordato di Atac e loro si sono rivolte a noi solo dopo la partenza della procedura e ora non è più possibile fermarla – ha evidenziato  Catini (M5s) aggiungendo che – nel Municipio VII stiamo cercando un immobile da poter mettere a bando per le stesse attività di Lucha Y Siesta".

La reazione

Il dietrofront del Movimento non è però piaciuto alle attiviste del centro. "Da quando abbiamo ricevuto la lettera di Atac non ci hanno più ricevuto – fanno sapere da Lucha y Siesta – ora i grillini dicono che ci siamo rivolti a loro quando l'immobile era già stato inserito nel concordato. Ma è falso". La conclusione è tranchant. "Se questo è il modo in cui contrastano la violenza di genere, allora dobbiamo concludere che il loro impegno è a dir poco superficiale".

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