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Anagnina Anagnina / piazzale della stazione Anagnina

Morte di Maricica, svolta clamorosa: nuove ipotesi scagionano Burtone

L'infermiera romena Maricica Hahaianum, colpita alla testa da Alessio Burtone nell'Ottobre 2010 nella stazione Anagnina, non morì per la caduta dopo quel pugno né per il comportamento negligente dei sanitari del Policlinico Casilino

Incredibile svolta nelle indagini sulla morte dell’infermiera romena Maricica Hahaianum, colpita l’Ottobre 2010 nella stazione Anagnina dal pugile dilettante Alessio Burtone, considerato fino a poco fa il responsabile della sua morte. In quell’occasione scoppiò una lite tra i due e Burtone colpì violentemente al capo la donna romena, che però “non morì per la caduta dopo quel pugno né per il comportamento negligente dei sanitari del Policlinico Casilino che, anzi, la sottoposero ad un intervento chirurgico egregiamente condotto e riuscito” hanno sentenziato i periti della Corte d’Assise di Roma, che sta processando il giovane Burtone per il reato di omicidio preterintenzionale.

L’IPOTESI - “L’Hahaianu morì a seguito di un danno a livello del tronco encefalico insorto a causa di vasospasmo dell’arteria basilare, dovuto a cause di cui è impossibile l’accertamento” hanno poi aggiunto i professori Vetrugno ed Anile che, con il lavoro eseguito, avrebbero dimostrato che a nessuno può essere addossata la responsabilità per la morte della donna che, al momento della scomparsa, lasciò anche un bambino di pochi mesi ed il marito.

BURTONE SCAGIONATO? - Questo accertamento medico-legale, se fosse confermato, abbatterebbe totalmente la tesi sostenuta finora dal Pubblico Ministero. Intanto il difensore di Bertone, l’avvocato Fabrizio Gallo, ha dichiarato: “In Tribunale alla presentazione della perizia di fronte alla corte chiederemo immediatamente per il mio assistito la derubricazione del capo d’accusa in quello assai meno grave di lesioni e la sua remissione in libertà”. E’ ora molto probabile che Burtone venga prosciolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale e che possa cavarsela con la ben meno grave accusa di lesioni gravi. Il dubbio su come le cose siano realmente andate, comunque, resta.

NUOVE POSSIBILI PISTE - Continuano comunque le indagini per chiarire definitivamente la causa del decesso, ancora sconosciuta. L’unica risposta che i periti della Corte d’Assise hanno fornito è stata: “Per questioni imponderabili”. L’avvocato Gallo propone invece come causa “un errore nel maneggiare le attrezzature al momento dello stubamento”. Non si esclude quindi il coinvolgimento di qualche infermieremaldestro’ o anche di qualche familiare della vittima.
 

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