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Atac vuole Lucha y Siesta: riparte la mobilitazione in difesa del centro antiviolenza

La struttura del Tuscolano, di proprietà di Atac, è finita all'interno del concordato preventivo. Ora la società partecipata ha chiesto di liberare i locali. Pronta la mobilitazione

La Casa delle Donne del VII Municipio è in vendita. A dare l'annuncio sono le attiviste del centro Lucha y Siesta, preoccupate per la soppressione di un servizio importante per tutto il territorio cittadino

La richiesta: liberare i locali

La sottostazione ferroviaria Cecafumo, due piani con giardino, è entrata nel concordato preventivo di Atac. E come l'azienda partecipata ha recentemente comunicato, occorre liberare i locali, per riuscire poi a venderli. "Il legale che segue la nostra vertenza, la scorsa settimana ha ricevuto una lettera in cui Atac – raccontano le attiviste, che ne svelano anche il contenuto – sono stati eseguiti i passaggi amministrativi per la vendita dell'immobile. In sostanza prima il giudice e poi l'assemblea dei creditori, hanno accettato la stima contenuta nel corcordato preventivo. La decisione risale a fine dicembre ma noi siamo venute a saperlo soltanto pochi giorni fa". Ora parte la mobilitazione.

La solidarietà

In attesa dell'assemblea popolare convocata per il 20 febbraio, Lucha y Siesta ha raccolto il primo attestato di solidarietà. Arriva dalle consigliere PD Valeria Baglio, Ilaria Piccolo  e Giulia Tempesta. "Per fare cassa, il Campidoglio mette per strada decine di donne in difficoltà, senza nemmeno prendersi la briga di trovare prima una soluzione alternativa – hanno dichiarato le tre democratiche, aggiungendo che – È folle, oltre che profondamente ingiusto, cancellare con un intento meramente economico la storia di una associazione che da oltre un decennio si adopera per sostenere le donne nel loro percorso di recupero contro la violenza subita".

La riqualificazione

In realtà sono addirittura undici gli anni a servizio del territorio dell'ex stazione Cecafumo. "Quando un numeroso gruppo di donne vi entrò nel marzo del 2008 trovò uno stabile fatiscente e in abbandono da più di un decennio. Le donne lo hanno recuperato – raccontano le attiviste di Lucha y Siesta – ristrutturato a proprie spese restituendolo alla sua legittima funzione sociale, con l’obiettivo di combattere la violenza sulle donne".

Un servizio fondamentale

Grazie a quell'intuizione ed al lavoro di chi ha già riqualificato un immobile abbandonato, nei due piani di via Lucio Sestio, hanno trovato conforto circa 1200 donne che sono state sostenute nei loro percorsi di uscita dalla violenza. La struttura ha inoltre dato ospitalità a 140 donne e 60 minori in oltre 10 anni. Non solo. All'interno di Lucha y Siesta sono presenti 14 posti letto che, come ricordano le attiviste, equivalgono "al 60% di quelli a disposizione in tutto il territorio comunale". A fronte di quest'offerta, da parte del Campidoglio nell'ultimo anno sono arrivate rassicurazioni che però, allo stato dei fatti, non hanno prodotto i risultati sperati. Per difendere quell'esperienza il 20 febbraio è stata convocata l'assemblea cittadina. Servirà, spiegano dal centro antiviolenza, "a costruire dal basso un patto di mutua resistenza".

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