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Vitrotti la quasi mamma che vuol fare il minisindaco: "Frase di Bertolaso da medioevo"

Le primarie del centrosinistra sono state vinte da una Consigliera al settimo mese di gravidanza. A lei abbiamo chiesto di commentare la frase di Bertolaso che invitava Giorgia Meloni a non competere per le primarie cittadini, per dedicarsi a fare la mamma

"La Meloni deve fare la mamma". Così Guido Bertolaso si è espresso su La7 nei confronti di Giorgia Meloni sulla possibile candidatura a sindaco. Tanto è bastato per scatenare una serie di furiose polemiche. Abbiamo sentito Valeria Vitrotti, 32 anni, prossima candidata presidente del VII municipio e soprattutto prossima mamma di una bambina.

Valeria Vitrotti, lei ha appena vinto le primarie di centrosinistra nel Municipio VII. Come ha vissuto questa esperienza considerando che, come Giorgia Meloni, anche lei è in stato interessante?

Mi è capitato di affrontare la questione durante la campagna elettorale ed ho dichiarato allora che le donne che sono in gravidanza possono tranquillamente lavorare. Sembra strano a qualcuno, ma succede da molti anni. E questo perché essere incinta non vuol dire avere una malattia e dunque possono fare tutto in maniera, come dire, normale. Di conseguenza possono anche lavorare. 

Dunque il fatto di essere incinta non rappresenta un impedimento?

Mai vissuto come un impedimento. E nemmeno l’ho mai pensato. E questo perché una donna può benissimo conciliare il suo tempo di vita con il lavoro. Esistono delle leggi che lo consentono, che permettono di avere un tempo a disposizione per l’allattamento. Tutto perfettamente normale.

Allora secondo lei perché il candidato sindaco di centrodestra ha pronunciato quella frase riferendosi a Giorgia Meloni. Cosa intendeva dire?

Io credo che siamo in presenza di un retaggio  del passato. E' dimostrazione che alcuni sono spaventosamente ancorati ad una cultura che definirei medievale. La donna che deve assumere il ruolo dell’angelo del focolare non solo è anacronistico, pichè è soprattutto il segno di un'arretratezza culturale enorme. Forse spaventa il pensiero che la donna possa avere un ruolo a livello istituzionale.

Ci sono ancora differenze tra un uomo ed una donna, nel momento in cui assumono un ruolo istituzionale?

Siamo uguali nel rispetto delle reciproche differenze che vanno valorizzate. Le faccio un esempio. Con la Commissione delle elette, in Municipio, abbiamo raggiunto alcuni importanti obiettivi, come nel caso dei punti allattamento all’interno dell’ufficio anagrafico. Si tratta di un risultato che non è scontato ed al quale probabilmente amministratori di sesso maschile non avrebbero pensato. E  tuttavia per le donne che devono recarsi lì, è importante che questi punti allattamento ci siano. Si elimina una discriminazione. E la distanza tra uomo e donna si riduce.

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