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Morena Morena / Via di Casal Morena

Morena: il fosso di via Spadola è di nuovo a rischio esondazione

I rifiuti accumulati lungo i fossi potrebbero causarne l'esondazione. Assessore Vivace (M5s) "Le abitazioni costruite nell'alveo non consentono pulizie approfondite. Il Municipio ha pochi mezzi per intervenire"

Piogge e rifiuti sono una miscela che può rivelarsi esplosiva in alcuni quartieri della periferia romana. I corsi d’acqua, costretti a scorrere in alvei privi d’una cassa d’espansione, rischiano d’esondare. Ed in zone come Casal Morena o Gregna Sant’Andrea, il ricordo dei danni provocati dai fossi straripati, è sempre molto attuale.

Botte di Sant'Andrea a rischio esondazione

Le piogge recenti hanno messo a nudo l'ennesima criticità. Nel punto in cui il fosso della Botte di Sant’Andrea confluisce in via Spadola si accumulano i rifiuti. Ma rimuoverli è complicato. “E’ difficilissimo pulire quel tratto perché, i mezzi di Roma Capitale, non possono entrare nell’alveo” ha subito premesso Salvatore Vivace, l’assessore ai Lavori pubblici del Municipio VII “purtroppo sono state costruite delle abitazioni a strapiombo, e questo non consente ai mezzi meccanici d’intervenire adeguatamente”.

Le case a ridosso dei fossi

Le ruspe riescono a raccogliere i rifiuti soltanto fin dove arriva il braccio meccanico. Quindi nella zona a ridosso del ponticello. Ma per evitare i danni causati da un’esondazione, sarebbe necessario intervenire su tutto il corso d’acqua. Il problema è che, sulle sue sponde, sono stati edificati dei palazzi.

"Il Comune si presenta con quattro uffici"

Serve un lavoro di progettazione che deve partire dagli enti sovraordinati. Il municipio ce la sta mettendo tutta. Ma noi, a differenza del Comune, non abbiamo un ufficio dissesto idrogeologico né studiosi che possano dedicarsi alla materia. Li ha il Dipartimento  Pau. Non abbiamo neppure una squadra di pronto intervento, di cui dispone invece sempre il Comune. La verità è che il Comune nelle riunioni convocate con gli altri enti, si presenta con quattro uffici. E questo complica sicuramente il quadro”. Servirebbe dunque snellire le competenze, riconducendole sotto un'unica direzione. Almeno a livello cittadino. Perchè poi, in materia di corsi d'acqua, intervengono anche altri comuni, ad esempio Frascati e Grottaferrata, la Provincia, l'Autorità di bacino. Un dedalo di compenze  su cui l'amministrazione cittadina, con i suoi quattro uffici, mette il classico "carico da novanta".

Il ponte di via Spadola: una goccia nell'oceano

L'amministrazione di prossimità ha invece le mani legate. Con la costosa edificazione del nuovo ponte di via Spadola, inaugurato nel maggio 2019, ha risolto il problema del rischio esondazione del solo  fosso dell'Incastro. Ma basta percorrere altri cento metri, sempre su via Spadola, per trovare un altro corso d'acqua. E' il fosso della Botte di Sant'Andrea che, con i suoi rifiuti, rischia di tracimare.

La richiesta: una direzione univoca

Ma con il dissesto idrogeologico non si scherza perchè, come il territorio ha già sperimentato, può provocare seri disastri. "Serve una progettazione complessiva, in grado di decidere, ad esempio, che un fosso va deviato" ha sottolineato Vivace. Per riuscirvi però occorre una direzione univoca. Il moltiplicarsi delle competenze non aiuta. "Con il Municipio V abbiamo proposto di creare un protocollo, con accordi quadro per interventi di mitigazione del rischio ed anche in emergenza". Però finora non si è fatto nulla. La  rimozione della canne e delle bottigliette, che vanno ad intasare l'ennesimo corso d'acqua, rappresenta quindi solo la punta di un iceberg. Il problema, a valle, è molto complesso. E per districarlo occorre ad esempio unificare qualche ufficio. A partire dal Campidoglio.


 

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