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Campo nomadi ‘La Barbuta’, Centro Astalli: “Proteste nate da clima culturale di chiusura”

Il Presidente del Centro Astalli commenta le proteste cittadine sorte contro il nuovo campo nomadi ‘La Barbuta’: “Necessario aprirsi all’accoglienza, che non deve essere negata a nessuno, per il rispetto della sua dignità e dei suoi diritti”

L’imminente apertura del nuovo campo nomadi ‘La Barbuta’ sta suscitando da parecchi giorni molte polemiche. I cittadini di Ciampino sono recentemente scesi in piazza, affiancati dal loro Sindaco Simone Lupi. Anche nel panorama politico, in molti, hanno espresso il loro dissenso a proposito.

Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, offre da oltre trent’anni servizi di accoglienza per i rifugiati e in un’intervista rilasciata a IlSussidiario.net ha commentato queste reazioni popolari negative, attribuendole “ad un contesto e ad un clima culturale di chiusura, che purtroppo è andato creandosi in Italia nei confronti dello straniero. Posso comprendere la paura dell’altro da parte dei cittadini, ma è una paura che deve essere assolutamente superata, ed è necessario andare incontro e conoscere le persone che ospitiamo e che cerchiamo di aiutare”.

L’Associazione Centro Astalli fa parte della Consulta Nazionale per l’Immigrazione promossa dal Ministero per le Solidarietà Sociali e del Consiglio territoriale per l’immigrazione istituito presso la Prefettura di Roma. Partecipa attivamente al Tavolo asilo nazionale, luogo di coordinamento dei principali enti impegnati nella tutela di richiedenti asilo e rifugiati. Il Centro aiuta ogni anno circa 20.000 persone, alle quali vengono offerti servizi di prima accoglienza (per chi è arrivato da poco in Italia, ndr), servizi di seconda accoglienza (per facilitare l’accesso al mondo del lavoro e accompagnare le persone nel loro percorso di inserimento nella società italiana, ndr) e la possibilità di partecipare ad attività culturali.

“E’ necessario aprirsi all’accoglienza – continua La Manna - che non deve essere negata a nessuno, per il rispetto della sua dignità e dei suoi diritti. Il livello culturale deve aiutare i romani, ma anche tutti gli italiani, ad andare oltre la paura e a conoscere queste persone che arrivano nel nostro Paese alla ricerca di una vita migliore».

A proposito del “piano nomadi” messo in campo dal Comune il presidente esprime poi tutto il suo appoggio, considerato che “a Roma assistiamo purtroppo a terribili episodi di cronaca, in cui sono spesso coinvolti giovani ragazzi o intere famiglie che perdono la vita a causa di condizioni di vita spaventose. Quindi un piano che si preoccupa di mettere in sicurezza un campo e che può offrire maggiore dignità e rispetto a queste persone mi vede senza dubbio favorevole”.
 

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