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Tuscolano Cinecittà / Viale Giulio Agricola

PUP Agricola, Battisti rivela: “Gli atti del consiglio municipale lasciano pochi dubbi”

Il coordinatore della Comunità Territoriale, Maurizio Battisti, si mostra contrario alle "logiche della politica e della economia che prevalgono sui cittadini", ma poi rivela che "è forse troppo tardi per tornare indietro"

A seguito della recente assemblea pubblica, sul tema del PUP di viale Giulio Agricola, il coordinatore della Comunità Territoriale del Municipio X Maurizio Battisti ha espresso, tramite una nota, la sua “contrarietà al fatto che le logiche della politica e della economia possano prevalere sulla volontà e diritti dei cittadini”.

IL CONFRONTO - “Nel caso in questione - prosegue Battisti - resta incomprensibile perché solamente ora, quando è forse troppo tardi per tornare indietro, i residenti di Viale Giulio Agricola, che da subito hanno fatto sentire la loro voce tramite il "Coordinamento salviamo viale Giulio Agricola", abbiano avuto la possibilità di un confronto con le istituzioni”.

IL MINISINDACO – “Diamo atto al presidente Sandro Medici - attacca poi il coordinatore - per essersi assunto la responsabilità politica della sottovalutazione di una problematica, iniziata con il brutale espianto di molti platani quarantennali che ornavano il viale, e che si è acuita nel tempo ed ha portato ad un allontanamento e senso di sfiducia da parte dei cittadini verso le istituzioni”.

VOLONTA’ TRASVERSALE PRO PUP – “Aldilà delle parole e dei buoni propositi resta però il fatto che gli atti  del consiglio municipale - spiega quindi Battisti - votati a maggioranza sia a destra che a sinistra, lasciano pochi dubbi sulla volontà trasversale di proseguire nella logica, ormai obsoleta, del Piano Urbano Parcheggi”.

RESPONSABILITA’ DI ALEMANNO – “D'altro canto - prosegue - anche il sindaco Gianni Alemanno, che è commissario unico per l'emergenza traffico a Roma, non ha ottemperato alle sue pubbliche promesse di fermare il cantiere. Il risultato ottenuto - conclude Battisti - è quello di avere creato una tensione sociale, che i politicanti più spregiudicati hanno provato a cavalcare, che probabilmente poteva essere evitata attuando una migliore pianificazione del territorio, ma soprattutto utilizzando il tanto bistrattato strumento della partecipazione popolare che avrebbe permesso di avere una reale mappa dei bisogni di chi il territorio lo vive quotidianamente”.

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