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Don Bosco Cinecittà / Piazza San Giovanni Bosco

Don Bosco: le mafie si combattono anche con “la forza della parola”

Una maratona di letture, per commemorare l’omicidio di Don Peppe Diana, il parroco anticamorra che “ha sacrificato la sua vita per amore del suo popolo”

Don Peppe Diana aveva appena 35 anni quando venne assassinato. Ne dimostrava di più, come spesso accade a chi conduce la propria esistenza in prima linea. Denunciando la criminalità in un luogo, Casal di Principe, epicentro di un sistema criminale. In un periodo, oltretutto, durante il quale le mafie inondavano di sangue la penisola.

GIOVANE E CORAGGIOSO - Don Peppe Diana, quando venne assassinato, era giovane. Un giovane parroco dallo straordinario coraggio, fermato nella sua sagrestia soltanto dal piombo di cinque bossoli. Pallottole sparategli a bruciapelo che  tuttavia non sono riuscite ad interrompere anche il valore della sua testimonianza. E mercoledì 12 alle ore 18.30, sul sagrato della Basilica di San Giovanni Bosco, ve ne sarà l’ennesima riprova.

L'INIZIATIVA - L’evento,  “la forza della parola”, così è stato scelto di definirlo, rappresenta “una delle tappe nazionali di avvicinamento alle celebrazioni del 19 marzo a Casal di Principe” ci fa sapere il Presidente Fantino. L’iniziativa, promossa dall'associazione daSud, dal Presidio Libera Roma Municipio VII (ex X e IX), dal Comitato don Peppe Diana, dall'Associazione A voce alta e dalla Parrocchia di San Giovanni Bosco, con il patrocinio del VII Municipio di Roma Capitale, “ è di particolare importanza in un periodo in cui anche la città di Roma è dilaniata da eventi legati alla criminalità organizzata e dove il radicamento nel tessuto economico e produttivo di cosche legate alla mafia, alla 'ndrangheta, alla camorra è ormai una realtà consolidata” ricorda il Minisindaco.

L'OMAGGIO - “Don Peppe Diana ha sacrificato la sua vita per amore del suo popolo”  un sentimento così forte che l’ha spinto a non tacere. A non piegarsi al giogo dell’omertà.  “E con questa iniziativa – riprende la nota il Presidente Fantino - abbiamo l'occasione di rendere omaggio alla sua memoria e mandare un segnale chiaro di presenza attiva e di attenzione al nostro territorio grazie all'aiuto di quelle associazioni impegnate ogni giorno nella costruzione di buone pratiche antimafia. Perchè l'antimafia non può essere delegata alle sole forze dell'ordine, ma deve divenire un prerequisito dell'agire sociale e dei doveri di cittadinanza”.

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