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Venerdì, 19 Aprile 2024
Don Bosco Cinecittà / Viale San Giovanni Bosco

Murales ‘comunista’, La Bella: “Immagine rimarrà impressa in noi”

"Argomentazioni portate avanti sono solo pretesti e ipocrisie" ha commentato il capogruppo FdS al Municipio X, in seguito alla rimozione del murales di viale San Giovanni Bosco

Omaggio ad una giovane vittima del conflitto politico-ideologico degli anni ’70 o pretesto per esporre in bella vista, sui muri del quartiere, simboli politici di parte? Questa domanda ha acceso gli animi di molti cittadini e politici del Municipio X, in disaccordo sul significato reale del murales realizzato nei pressi della scuola ‘De Curtis’ di via San Giovanni Bosco. Nel disegno, rimosso ieri, figurava un ritratto di Roberto Scialabba - militante di Lotta Continua, ucciso all'età di ventiquattro anni la sera del 28 febbraio 1978 – con la scritta “Ogni giorno coltiviamo voglia di libertà”: ma a scatenare la polemica è stato soprattutto il simbolo della falce e martello, di piccole dimensioni, ed un pugno chiuso disegnati a margine del murales.

La posizione prescelta per questo disegno – vicino ad una scuola elementare – ha poi indotto alcuni genitori degli alunni della scuola a chiederne la rimozione, autorizzata anche grazie all'assenza di un permesso ufficiale emesso dal Dipartimento X. “Si è voluto fare di un muro il simbolo dell'odio politico che uccise Roberto 35 anni fa – ha poi commentato Massimo La Bella, capogruppo FdS al Municipio X -, la scuola pubblica è sotto continuo attacco, i municipi non hanno un soldo per la manutenzione ordinaria, molte palestre sono inagibili, tolgono i fondi per l'AEC, diminuiscono gli insegnanti di sostegno, i/le maestri/e diminuendo ogni giorno come numero a causa dei pensionamenti e del blocco delle assunzioni, vengono costretti a seguire più bambini a scapito della didattica e il problema qual è? un bel disegno su un muro che ricorda un figlio del quartiere caduto sotto i colpi vigliacchi del fuoco fascista”.

Il murales di Viale San Giovanni Bosco

“Ora, ho sentito parlare di muri sporchi, di falce e martello disegnate su una scuola come se quel disegno raffigurasse il diavolo in persona. Ipocriti, quella falce e martello di 20 cm, oltre a rappresentare i simboli del lavoro, era (ed io aggiungo è) un comune denominatore per tanti giovani che, come Roberto, amavano la libertà e l'emancipazione delle masse popolari. Ecco Roberto fu ucciso per vendetta. Non per vendicare altri e altrettanto stupidi e tremendi omicidi di ragazzi di destra ma per punire chi, a differenza dei fascisti, sognava un mondo migliore – prosegue La Bella -. Ora il disegno è stato cancellato e il muro non ospita più quel bellissimo disegno. Rimarrà comunque impressa in noi quell'immagine che la stupidità e l'odio anticomunista ha voluto cancellare. Le altre argomentazioni portate avanti sono solo pretesti e ipocrisie. Ogni 28 febbraio il nostro cuore sarà con Roberto e la nostra voce lo ricorderà”.

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