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Urbanistica e Municipio VII, Caudo incontra i cittadini: "La città è in crisi. Apra alla competizione"

L'ex Assessore di Roma Capitale ha incontrato residenti e comitati per fare il punto sullo stato di attuazione degli strumenti urbanistici nel Municipio VII. L'occasione è stata utilizzata anche per ricordare lo stato in cui versa la Capitale, mortificata dall'assenza di competizione tra investitori privati

Quasi tre ore di confronto. L’Assessore Caudo, invitato dalla Presidente Fantino, ha incontrato decine di cittadini del VII Municipio e con loro si è intrattenuto sulle principali questioni urbanistiche. Dai piani particolareggiati ai Print. Dai Consorzi opere a scomputo ai prezzi massimi di cessione per gli appartamenti acquistati con le cooperative. Un incontro sereno, durante il quale si sono sviscerati molti temi legati al territorio. Ma che è servito a Caudo anche per fare il punto sul futuro urbanistico della Capitale.

"Roma è una città in crisi. E’ la Capitale europea che sta più in crisi ma non vuole prenderne atto. Versa in questa condizione da 20-25 anni, ed il fatto di non prenderne coscienza produce i disastri in cui viviamo – premette Caudo – Non si vuole assumere questa consapevolezza perché altrimenti bisognerebbe riconoscere che le risorse devono venire inevitabilmente da chi in questa città scommette – ragiona l’ex Assessore all’Urbanistica – però citatemi un investimento privato  a Roma  negli ultimi 15 anni che ha portato ricchezza alla città. Non lo trovate. E se non arriva nessuno che ci scommette, questa città muore".

Restingendo il campo sul popoloso territorio municipale, Caudo ha passato in rassegna gli strumenti urbanistici utilizzati. Ha dedicato tempo a parlare dei tre Print “che si possono fare in maniera ordinata”perché liberano risorse da utilizzare nel territorio. Rispondendo ai cittadini ha ragionato anche del ruolo  dei Consorzi opere a scomputo il cui proliferare rende ingestibili i piani di zona. Si è soffermato, incalzato anche dai cittadini, sulle inefficienze della macchina amministrativa, che avrebbe dovuto controllare 120 convenzioni urbanistiche. Il tutto la necessaria informatizzazione.

Soprattutto Caudo, ha battuto il tasto sulla necessità di attirare gli investimenti privati. “Bisogna aprire il tavolo alla competizione”. Lo ha ribadito molte volte questo concetto. “Bisogna attirare investimenti” perché “A Dublino nel 2013 ci sono stati 2,1 miliardi di investimenti immobiliari stranieri contro i 200 milioni di Roma”. Come un disco rotto Caudo ha ripetuto che bisogna puntare sulla competizione “e se sei bravo vinci, altrimenti niente”. Ed invece oggi funziona che “si danno finanziamenti pubblici che vanno solo a certe famiglie. Ed è per questo che l’amministrazione Marino è andata a casa – ha aggiunto Caudo, alla fine applaudito dai presenti – perché avevamo immaginato un meccanismo con una città che si apriva alla competizione.  Ho letto che Aldo Pirone (storico rappresentante della Comunità Territoriale nda) ha scritto che non si è vista la discontinuità. Non è così però perché noi  – ha concluso Caudo – abbiamo creato una rottura epocale”.

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