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"Il Municipio VII non è un bancomat": il M5s porta in Procura una vecchia delibera

Contestata la modalità con cui la Giunta Fantino erogò i fondi per le persone indigenti. Ass. Mammì (M5s): "250mila euro usati in maniera poco chiara". Replica Fantino: "Un atto firmato dal Direttore e da un dirigente del Municipio è un atto regolare"

"Un fiume di denaro pubblico, circa 250mila euro, utilizzato in maniera poco chiara". Non usa giri di parole l'Assessora alle politiche sociali del Municipio VII Veronica Mammì, per esprimere la propria perplessità. "Per l'ennesima volta abbiamo dovuto recarci presso la Procura della Repubblica per un esposto, ancora una volta abbiamo dovuto porre un argine ad un presunto abuso" premette l'Assessora affidando la comunicazione, come spesso accade nel Movimento 5 stelle, ad un social network.

Il Municipio VII non è un bancomat

Il post viene letto, commentato condiviso. E' pubblicato sulla pagina facebook istituzionale ed è preceduto da un titolo forte: "Il Municipio VII non è un bancomat". Il messaggio che Mammì lancia è chiaro. "La precedente Giunta ha licenziato nell’Aprile dello scorso anno la Deliberazione n.1/2016, valida un solo anno, stabilendo i criteri per la concessione di contributi economici nei casi di accertata indigenza. Ad una prima analisi della Deliberazione sono subito balzate all’occhio delle evidenti quanto clamorose differenze con la Deliberazione Comunale che disciplina tali fondi". Nell'atto capitolino "si indica chiaramente la necessità di un 'progetto globale' di assistenza da parte dei Servizi Sociali verso gli individui o i nuclei familiari, dopo un’attenta verifica del bisogno riscontrato. Ebbene, nulla di tutto questo è stato richiesto agli utenti di tale servizio".

Fondi assegnati senza un 'progetto globale' di assistenza

La contestazione dell'Assessora risiede nel fatto che i fondi, sono stati erogati " in assegnazione diretta, senza la compilazione del progetto, richiesto esplicitamente dal regolamento comunale, e ponendo come parametro d’accesso il Modello Isee corrispondente ad un valore non superiore ai 5.800 Euro per soggetti singoli, e 8.000 Euro per i nuclei familiari". Cifre molto contenute che, andando a leggere la deliberazione, non rappresentano l'unico criterio di ammissione.

I requisiti per l'ammissione ai fondi

Al contrario, chi ne fa richiesta, deve anche dimostrare di "non percerpire altri interventi economici di natura assistenziale erogati dal Comune di Roma". Deve inoltre specificare quali tipo di fragilità sociali presenta (disabilità, patologie, composizione del nucleo familiare, perdita del lavoro, etc.). Tutto questo per accedere alla domanda. Poi bisogna descrivere la situazione sanitaria e sociale, che va dimostrata producendo certificazioni mediche, oppure documentando delle morosità o ancora mostrando, con relativo preventivo, delle spese straordinarie. Questi tre casi si sommano ai prerequisiti (ISEE e fragilità socio-sanitarie).

Le obiezioni del M5s

L'assessora Mammì contesta però l'impostazione dell'atto. "Nessun obbligo era richiesto ai fruitori del contributo" e probabilmente anche il controllo successivo, dal momento che "ben pochi hanno motivato le proprie spese; chi lo ha fatto ha soltanto dimostrato un utilizzo improprio di uno strumento tanto importante, acquistando per lo più elettrodomestici, come se stessero attingendo dallo sportello di un Bancomat".

La precedente amministrazione risponde

"Non ricordo esattamente questa deliberazione – spiega Susi Fantino, raggiunta telefonicamente – e purtroppo la mia assessora, a cui avrei chiesto subito conforto, non c'è più. Tuttavia – sottolinea l'ex presidente del Municipio VII – al di là della validità politica, un atto per essere finanziato deve prima venire firmato dal direttore del municipio e dal dirigente competente per settore. Dal momento che vengono apposte queste firme dalla componente amministrativa, si suppone che l'atto sia corretto".

Definanziamento ed il ritorno al progetto sociale

La decisione della nuova amministrazione municipale, è comunque già stata presa. "Per difendere le nostre già esigue risorse e per dare un preciso segnale politico di cambio di rotta – conclude il post l'assessore Mammì – abbiamo dato mandato agli uffici di tornare ad applicare la Delibera Comunale, unitamente alla riduzione dei fondi diretti verso questa voce, dirottandoli verso altri servizi come l’assistenza domiciliare".

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