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Ballottaggio Municipio VII: intervista a Susi Fantino

Dallo spostamento del mercato dell’Alberone, al parcheggio di scambio dell’Arco di Travertino, il Presidente Susi Fantino risponde alle domande sul nuovo Municipio VII

A pochi giorni dall’ultima tornata elettorale, quella che consentirà di stabilire chi sarà il nuovo sindaco di Roma e, nei territorio, i nuovi Presidenti di Municipio, abbiamo intervistato Susi Fantino. Il Presidente dell’attuale IX Municipio, risponde alle nostre domande su tutto il territorio del VII.

Il mercato dell’Alberone sarà realmente spostato? Ci sono esercenti che sostengono si parli da 30 anni di un suo trasferimento.

La ferita del mercato dell’Alberone viene da lontano ed infatti il trasferimento è già previsto da diverso tempo. Ricostruendo la vicenda dobbiamo ricordare il fatto che c’è stata una Conferenza dei Servizi a cui è stato chiesto di partecipare anche al Municipio, per valutare un progetto presentato. Il nostro ufficio tecnico ha avanzato una serie articolata di incongruenze e di incompatibilità con l’accordo di programma con cui è stato approvato l’investimento. Ci aspettavamo che questa conferenza dei servizi potesse tenesse conto, insieme con le osservazioni degli operatori del mercato, che peraltro coincidono con le nostre, ai rilievi presentati. Invece non siamo più stati coinvolti sull’argomento. Poi siamo venuti a sapere dalla stampa della visita del nostro Sindaco al mercato ed abbiamo saputo, sempre dalla stampa, che erano state accettate le osservazioni fatte dagli operatori ed in parte dal Municipio. Nello stesso pomeriggio, il Municipio IX  ha ricevuto il progetto del trasferimento, approvato dalla Conferenza dei Servizi giorni prima, della quale non avevamo avuto più notizia. I nostri uffici hanno lavorato due giorni per capire cosa fosse il progetto approvato. Per  poi scoprire che non era stata presa in considerazione nessuna delle questioni da noi sottoposte insieme agli operatori. Il sindaco è venuto a dire una cosa non vera, probabilmente con finalità elettorali. Ha detto una bugia. Certo, non la prima.

C’è una grossa struttura che sembrerebbe essere un parcheggio multipiano tra via dell’Arco di Travertino e via Passo Corese, di cui si sa poco. Ce ne parla?

All’Arco di Travertino c’è un parcheggio di scambio di circa 900 posti. Ha in superficie un hangar in legno lamellato destinato dal progetto originario al Municipio per svolgervi attività di interesse pubblico. Noi avevamo fatto una proposta, in accordo col comitato di cittadini dell’Arco di Travertino, d’integrare il progetto attraverso una serie d’interventi che valorizzassero la struttura. Per questo avevamo pensato di destinare lo spazio ad una biblioteca comunale vera, di cui è assente il territorio, fatto salvo una molto piccola presente al confine col primo municipio. Credevamo e crediamo tutt’ora che la sistemazione di una biblioteca con caffè letterario e sala convegni, in un posto che ha un servizio così importante come la metropolitana, un parcheggio di scambio e le linee dell’autobus, fosse un investimento per la nostra cittadinanza. E che avrebbe riqualificato quel quadrante, trasformandolo anche in un polo culturale, affiancato ad altri servizi. In effetti dopo lo spostamento della ASL di Acqua Donzella, pensavamo che si potesse utilizzare la struttura anche per una destinazione socio sanitaria. Due anni fa c’è stata un’assemblea pubblica dove ha partecipato l’assessore Aurigemma ed alcuni rappresentanti del governo cittadino. Durante quell’incontro  abbiamo mandato la nostra proposta progettuale che integrava quella dell’hangar, e non abbiamo mai più ricevuto neppure una risposta. All’ennesimo sollecito, abbiamo ricevuto una sola lettera da Aurigemma, con la quale ci informava che era stato girato tutto al delegato ai parcheggi. Come se una progettualità del genere, potesse essere semplicisticamente ricondotta ad  una problematica di parcheggi.


Recentemente ha attivato, presso il Municipio IX, il Registro per le Coppie di fatto. E’ stata un’iniziativa che se da una parte molti hanno apprezzato, ha anche attirato delle critiche. Alcune di queste hanno evidenziato la scarsa incisività del provvedimento. Quali diritti riesce a garantire il Municipio ad una coppia che vi si iscrive e perché ha deciso di attivarne uno?

Noi siamo il terzo municipio di Roma a farlo e ci auguriamo che il prossimo Sindaco Marino possa realizzarlo anche a livello Comunale, dando  maggiore rilevanza al riconoscimento delle coppie di fatto. Io mi baso su quello che ci dice la costituzione e dunque che i diritti non vadano distinti in base al sesso, la razza o la religione. Dunque io credo che il riconoscimento delle Unioni civili  e spesso di coppie dello stesso sesso, sia un diritto da far rispettare. E’ stato molto apprezzato, tant’è vero che in questi giorni di campagna elettorale sono dovuta più d’una volta tornare in municipio per registrarli. E’ quello che possiamo fare, per ora. Vogliamo richiamare l’attenzione. Purtroppo i municipi non hanno molti poteri e questo tema non fa eccezione. Però abbiamo la possibile di accompagnare i nostri concittadini nella richiesta di maggiori diritti.

Quale sarà la sede del nuovo Municipio VII e dei vari uffici correlati presenti nel territorio? Cosa pensava di fare per garantire l’accesso ai  servizi offerti dall’istituzione di prossimità più grande di Roma?

Io quello che ho già detto in diverse occasioni è che sono stati accorpati due municipi e non sono stati eliminati i cittadini,  che sono gli stessi di prima. L’accesso ai servizi credo pertanto che debba essere garantito a tutto il territorio, com’era prima, ed anzi vada allargato a quelli che abitano oltre il Raccordo Anulare. Ricordo che l’accorpamento è orfano di qualsiasi idea di città, e dunque di un’analisi delle risorse e delle grandi questione dalla mobilità, del trasporto, del rapporto tra verde e costruito e così via. Non c’era niente di tutto ciò. Questo accorpamento si suppone che dovesse rispondere ad una sbagliatissima idea di risparmio che ad oggi certo non potrà esser fatto pesare sui servizi ai cittadini. Se il risparmio c’è,  sarà sulla parte politica, dal momento che ci saranno solo 24 consiglieri ed un’unica giunta. Per il resto dobbiamo pretendere una  maggiore efficienza della macchina amministrativa. Un municipio come il nostro deve essere considerato per lo meno di pari grado con un Dipartimento capitolino per disporre di personale qualificato ed all’altezza degli impegni di un territorio che ha tanti abitanti quanti Firenze.

Qualche mese fa il Comitato per il Parco della Caffarella ha segnalato un grave inquinamento del fiume Almone, un tempo secco, ora ridotto a discarica. Cosa si può fare per bonificarlo? E per restare sempre sulla Caffarella, come precede la riqualificazione del Casale della Vaccareccia?

Per quanto riguarda il Fiume Almone, come Municipio già diversi anni fa  abbiamo sollecitato i vari Enti e le varie amministrazioni a costituire un tavolo tecnico per provare ad affrontare questo problema. Per porvi rimedio con tutte le procedure che il controllo del territorio implica e comporta. Per mettere fine ad un inquinamento scellerato che va ad impattare su tutto il parco e sulle attività agricole che nel parco insistono. Ora se io riuscirò ad essere riconosciuto come futuro Presidente, credo che avrò maggiore peso. Anche perché ora partiamo con pochissime competenze, ma credo che in qualsiasi tavolo di trattativa, il nostro peso specifico valga qualcosa. Abbiamo quasi un decimo degli abitanti di Roma. Per quanto riguarda la riqualificazione del Casale procede. C’erano state questioni legati al finanziamento regionale, con rallentamenti dovuti a rallentamenti di genere pioneristico. Purtroppo ci hanno penalizzato non tanto e non solo con la Vaccareccia che va avanti, ma soprattutto per il rapporto tra il Comune di Roma che ha delle interpretazioni alquanto discutibili per quanto riguarda lo sforare il tetto di spesa, che ci hanno bloccato alcuni progetti che stavano per esser consegnati, come nel caso del teatro di Villa Lazzaroni, che comunque è quasi finito. Un progetto che i cittadini attendono di veder concluso per restituire uno spazio importantissimo in un territorio privo di luoghi pubblici dove svolgere attività culturali.

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