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Antenna via Gentile: il Comune ricorre in appello, delusi i cittadini

Finisce in Consiglio di Stato la questione legata alla presenza di un'antenna SRB, vicino ad una scuola."Ci aspettavamo il ricorso del privato, ma anche quello dell'avvocatura Capitolina proprio no!"

Non è terminato il travagliato percorso legato all'installazione di un'antenna SRB in via Gentile. La sentenza del TAR infatti, è stata impugnata dalla società di telefonia mobile e, un po’ a sorpresa, anche dal Comune di Roma.  La partita si sposta al Consiglio di Stato, chiamato a dirimere una vicenda che rischia di fare giurisprudenza.

IL MURO CONTRO MURO - “Non siamo stupiti del fatto che la sentenza sia stata impugnata da parte del gestore, ma sbalorditi che il Comune di Roma che anziché prendere atto della netta e dirompente sentenza di gennaio, anziché decidere di dare applicazione al principio di precauzione – scrive in un comunicato il Comitato spontaneo No Antenna  - abbia scelto invece la strada del ‘muro contro muro’, presentando un appello di 18 pagine contro i cittadini.  Evidentemente, l’attenzione viene data a chi la merita – chiude la nota -  Ma non importa che sia agosto, eravamo già preparati. È dal 17 dicembre 2011 che aspettiamo questo momento”.

LA GIURISPRUDENZA L’amarezza è facilmente ravvisabile anche nelle parole della prima firmataria del ricorso presentato e vinto al TAR, raggiunta telefonicamente. “Quella sentenza era addirittura finita su una rivista di giustizia amministrativa, poiché oltre a mettere in discussione l’iter autorizzativo, si esprimeva sulla questione dei famosi cento metri di distanza dai siti sensibili”.

LE ATTENZIONI DEGLI ALTRI - Il gruppo di cittadini che ha promosso il ricorso al TAR, a fronte del ricorso di Roma Capitale, non sembra intenzionato a lasciare nulla d’intentato. “Tanti comitati ed associazioni ci hanno chiamato dopo la sentenza. Sappiamo che abbiamo gli occhi puntati addosso e sappiamo che non esiste ancora alcuna certezza rispetto alla nocività presunta o reale di queste onde radio – riconosce la residente – tuttavia per un principio di precauzione ci saremmo attesi un comportamento differente da parte dell’amministrazione”.

IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE - Il disappunto dei cittadini, sembra orientarsi essenzialmente verso l’istituzione. “Qui a 17 metri dall’antenna ci sono delle camere da letto. A 37 metri invece c’è addirittura una scuola, con 1100 iscritti che vanno dai tre ai tredici anni – ricorda la prima firmataria del ricorso al TAR – ribadisco, era lecito attendersi che il Comune agisse diversamente. Non l’ha fatto, pazienza. Noi, adesso, non ci aspettiamo più niente da loro”.

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