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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Capannelle, ippodromi italiani 'congelati': “Niente corse se il governo non ci aiuta”

La crisi economica ed il taglio dei fondi disposti dallo Stato, del 40%, stanno ponendo a rischio il settore dell'ippica: questi due fattori stanno infatti alimentando una dura e progressiva riduzione dei posti di lavoro

E’ ufficiale: negli ippodromi italiani, compresi Capannelle e Tor di Valle, è in vigore uno ‘stop alle corse’ a tempo indeterminato. Colpa della crisi economica, e degli abbondanti (40%, ndr) tagli applicati al settore da parte dello Stato nel 2012 per cercare di contenerla. Una reazione estrema, che aveva già portato circa 300 operatori, di Lazio e Campania, a protestare Lunedì scorso davanti all’Agenzia per lo Sviluppo del settore Ippico.

Le numerose modalità di scommessa nate nella penisola in questi anni non hanno poi aiutato il settore, tanto che anche il presidente di Federippodromi, Guido Melzi d’Eril, avrebbe aperto, al Corriere.it, ad un “restyling della scommessa ippica, passo decisivo per tornare competitivi sul mercato e non essere più schiacciati tra Superenalotto, Gratta e vinci, tipi di scommesse più velocemente fruibili, che non hanno bisogno di studio come invece quella legata alle corse dei cavalli”.

Avremmo bisogno che il Governo facesse una seria ricognizione sul nostro settore – ha continuato poi Melzi - per dare impulso all’opera di ristrutturazione. Se dovessimo ricevere assicurazioni forti su queste richieste sono sicuro che si tornerebbe a correre in poco tempo”. I cavalli potrebbero quindi tornare a correre, per la gioia dei tanti appassionati, ma sarà necessario un ridimensionamento. Sono oltre 15mila le persone attualmente impiegate nel settore, e un taglio per alleggerire i costi sembra ormai essere indispensabile.

E’ nelle cose: un obiettivo indispensabile da raggiungere per metterci alle spalle la crisi – ha concluso Guido Melzi d’Eril - e sta già avvenendo fisiologicamente, senza aiuti esterni. Sono sicuro che l’ippica non sia destinata a morire anche perché, ad un certo punto, la passione, la volontà di molti prevarrà sui problemi contingenti”.

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