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Appio Claudio Cinecittà / Largo Giovanni Capitolino

Quando un artigiano diventa simbolo di un quartiere, l'Appio Claudio saluta il calzolaio Giovanni

Quarantasei anni di attività, interamente svolta nel locale di Largo Giulio Capitolino, all'Appio Claudio. Il ricordo di Giovanni, un artigiano affidabile divenuto un punto di riferimento per il quartiere

Dal 1970 sempre nello stesso posto. A disposizione di un quartiere che nel corso delle decadi è profondamente cambiato. Ma che, non per questo, ha dimenticato Giovanni, lo storico calzolaio di Largo Giovanni Capitolino. Un artigiano che ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nel tessuto sociale dell’Appio Claudio.

MANIFESTAZIONI D'AFFETTO - "Il mitico Giovanni  era una vera istituzione – raccontano i clienti – era amato da tutti, per la sua bravura e la sua umanità. Per il quartiere, sapere che se n'è andato è stato un forte shock. Una di quelle notizie che è girata di negozio in negozio ed alla quale non si vuole credere". "Abbiamo ricevuto molte manifestazioni di cordoglio in questi giorni – ammette Marcello, il figlio dell’artigiano – alcuni clienti non hanno resistito alle lacrime. Ma noi sapevamo che papà aveva un rapporto speciale con i suoi clienti. E’ sempre stato così, lo ricordo sin da bambino, quando dopo la scuola o nel periodo estivo, andavo a stare con lui in negozio. Le persone ci si intrattenevano  ed il rapporto andava oltre alla semplice consegna delle scarpe da riparare" spiega Marcello.

LA STORIA - Arrivato dalla Sicilia con la  moglie, dopo una tappa in Svizzera, il signor Giovanni Finocchio si era stabilito nell’attuale settimo municipio e più precisamente a Cinecittà Est. Ma l’attività commerciale, dal primo novembre del 1970, è stata sempre quella di Largo Giovanni Capitolino.  Il 31 ottobre però, la saracinesca è rimasta abbassata. “E’ stata dura, perché è avvenuto tutto all’improvviso e non abbiamo forse comunicato al quartiere come avremmo dovuto la notizia della sua scomparsa,  ammette il figlio. Sarebbe stato comunque difficile riuscirvi perchè, alla bravura di Giovanni, si affidavano anche clienti che non abitavano più all’Appio Claudio. 

I CLIENTI - “In questi giorni è passato un signore che ora vive a Civitavecchia. Ci si è trasferito da tempo e per portare le scarpe da papà, doveva prendere il treno per Roma – racconta Marcello - Ricordo perfettamente anche  alcuni clienti che avevano i figli emigrati in America, piuttosto che in Inghilterra. Quando venivano a trovare i parenti a Roma, ne approfittavano per portare le loro scarpe da mio padre – racconta il figlio – e scherzando gli dicevano "Giovanni, tu ci fai pagare troppo poco: in America avresti fatto una fortuna"”.

Invece la fortuna l’ha fatta a Roma. Se non in termini economici, sicuramente sul piano affettivo.  La saracinesca nei prossimi giorni rimarrà alzata "poi vediamo, vorremmo trovare qualcuno interessato a continuare l’attività di papà” con tutto il capitale umano di relazioni

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