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Anagnina Anagnina / Via del Casale Ferranti

Osteria del Curato: partito l’esperimento dei tavoli partecipativi

Ad Osteria del Curato, raccolti cinquecento questionari, i residenti si organizzano in tavoli di quartiere. Servono per “delineare i bisogni e poi per arrivare a soluzioni praticabili”

Ha avuto un buon riscontro l’idea di chiedere ai residenti di Osteria del Curato, tramite un questionario, come immaginavano di trasformare il proprio quartiere. L’iniziativa, sta avendo un seguito e già a partire dalla scorsa settimana, decine di cittadini si sono incontrati all’Hotel Piccolo Borgo, in via di Capannelle, per ragionare sul da farsi.

LA PARTECIPAZIONE TERRITORIALE - Si parte da un assunto: la partecipazione deve essere circoscritta. “Io credo – ci ha spiegato Elio Graziani,  Presidente del CdQ– che dal territorio possano arrivare delle proposte concrete e puntuali. Al contrario, se si allarga lo spettro d’azione, si rischia di perdere di vista la fase della proposta. Si rischia, in altre parole, di trasformare un processo partecipativo in una sorta di questua”.

LE INFORMAZIONI MANCANTI - Il riferimento, nemmeno troppo implicito, va al processo attivato da Roma Capitale e dall’Assessore Gianni Caudo. “Diciamo che il termine scelto di 'Conferenza urbanistica' era volutamente abbastanza generico. Al punto da consentire lo sviluppo che poi ha avuto. In sostanza, si è chiesto ai comitati cosa volessero. Qualcuno voleva la fontanella, qualcunaltro la fermata dell’autobus” racconta Graziani, che vi ha preso parte. “Il limite ravvisato in quel caso, è stato di non esser riusciti ad impostare un discorso a partire da un dato reale. Noi, ad esempio, avevamo chiesto di conoscere la precisa misurazione dei pesi urbanistici che si sarebbero riversati sul territorio. Soltanto avendo quest’informazione, avremmo potuto elaborare  le nostre proposte. Purtroppo non ce le hanno fornite”.

Il processo pensato dal CdQ invece, è impostato su una condivisione totale. “Noi abbiamo ricevuto cinquecento questionari compilati. Un centinaio di cittadini si è poi dichiarato disponibile a prender parte alla fase operativa. Allora abbiamo organizzato i tavoli, in modo da avere una ventina di partecipanti. Gli incontri – ci spiega il Presidente del CdQ – saranno quindicinali. Pensavamo di farne quattro o cinque. Confronteremo i bisogni e le risposte che arrivaranno da ciascun tavolo, fino ad arrivare al piano di quartiere”. Insomma, un progetto che punta molto sul desiderio di partecipare, per cambiare in maniera strutturale, il proprio territorio. Un esperimento i cui risultati, per ora interessanti, potranno essere valutati nel medio periodo.

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